Portoferraio sorge sul versante nord-orientale dell’Isola d’Elba di cui è il capoluogo. È il Comune più popoloso dell’isola ed è il secondo per estensione dopo quello di Marciana. Il territorio comunale conta anche l’Isola di Montecristo e lo Scoglio d’Africa. Portoferraio è il principale approdo dell’isola e uno tra i porti più attivi d’Italia, centro delle principali comunicazioni grazie anche ai numerosi collegamenti quotidiani con Piombino.
Il bellissimo porto naturale che lo caratterizza è uno dei più sicuri del Mediterraneo, sfruttato sin dall’antichità dagli Etruschi e dai Romani per il traffico del ferro. La darsena medicea, infatti, per la sua caratteristica conformazione che la pone all’estremità più interna di un golfo dall’andamento a spirale, è ottimamente riparata dai venti di tutti i quadranti. La gestione della darsena è affidata alla Cosimo de’ Medici S.r.l., società a partecipazione maggioritaria del Comune di Portoferraio, alla quale sono affidati, oltre al citato servizio, anche la gestione di impianti sportivi e di strutture adibite ad usi culturali (Museo Civico Archeologico, Teatro Napoleonico dei Vigilanti, Centro Congressuale De Laugier).

Altezza s.l.m.: 4,00 m.
Superficie: 47,46 Kmq.
Popolazione residente: 12.095 (M 5757 e F 6338) al 31/12/2008

Storia
Portoferraio è una cittadina ricca di storia, fra le più antiche dell’isola. Le sue origini risalgono ai liguri, agli etruschi e ai greci prima di diventare una colonia romana con il nome di Fabricia. In quel periodo, intorno al I secolo d.C., lungo le coste dell’Elba si incrociavano le principali rotte commerciali: vino italico diretto ad Occidente, salse di pesce, olio e grano. Tutti prodotti che da Spagna, Gallia e Africa giungevano ai mercati italici in età imperiale. L’attuale Portoferraio fu edificata nel 1548, sul luogo dell’antica Fabricia romana, per volontà di Cosimo I de Medici granduca di Toscana che fece ricostruire e fortificare la città rasa al suolo dai saraceni. In suo onore la città fu inizialmente ribattezzata Cosmopolis e fu concepita come presidio militare con lo scopo di difendere le coste del Granducato e dell’Isola d’Elba, un quadrante di mare molto importante e nevralgico per le comunicazioni navali nell’alto Mediterraneo. La piazzaforte fu impostata su quattro capisaldi: il Forte Falcone, il Forte Stella, la Torre della Linguella e la bellissima cinta muraria, i cui resti circondano il centro storico di Portoferraio. Il nome attuale si compone di “porto” e “ferraio” da ferrum, ossia ferro, in riferimento al trasporto di questo materiale dalle miniere elbane al continente, di cui Portoferraio divenne il porto principale durante il regno di Napoleone. Intorno al 1556 il nucleo della città poteva considerarsi definito e Cosimo I emanò un editto per il suo popolamento. Alla fine del 1600, il dispositivo militare era completato nelle sue grandi linee, ma le fortificazioni furono ulteriormente potenziate sotto i Lorena, a partire dal 1744.

L’Isola d’Elba si trovò improvvisamente al centro dell’attenzione mondiale quando, con il Trattato di Fontainebleau, nell’aprile del 1814, divenne il piccolo regno di Napoleone Bonaparte. Sarebbe molto riduttivo tracciare un percorso napoleonico limitato alla città di Portoferraio. Tutta l’Elba mostra segni e testimonianze della frenetica attività di governo del grande còrso, nei dieci mesi (3 maggio 1814 – 26 febbraio 1815) del suo “impero” elbano: razionalizzazione dell’attività estrattiva delle zone minerarie, progettazione di un impianto siderurgico, organizzazione di nuove strutture ospedaliere o il potenziamento delle vecchie, cura e selezione dei vitigni, introduzione di colture inusitate all’Elba come l’olivo e la patata, miglioramento della viabilità. Ma è a Portoferraio che rimangono ben conservate le testimonianze più concrete e visibili della presenza di Napoleone all’Elba. Grazie al regno dell’imperatore francese, seppur breve, Portoferraio crebbe in importanza e modernità in maniera esponenziale, come del resto tutta l’isola, per merito delle infrastrutture create. In seguito, la città tornò sotto il dominio del Granducato di Toscana fino all’unità d’Italia nel 1860.

Arte
L’Isola d’Elba e Portoferraio in particolare hanno ispirato con le loro bellezze numerose opere di artisti di varia fama: artisti locali dal talento genuino o dall’estro più ricercato, esportato molto spesso al di là dei confini isolani con grande successo, e artisti adottati che scelsero l’Elba quale propria dimora (Emile Zola, Paul Klee per citarne alcuni). La corrente pittorica che ha trovato con maggior prolificità ispirazione dai paesaggi elbani è senza dubbio quella della scuola macchiaiola, i cui capolavori oggi sono ampiamente rappresentati nella Pinacoteca Foresiana. Molti artisti si inseriscono ancora oggi in quella corrente pittorica che ha saputo rappresentare così bene i colori caldi dell’isola, con notevoli eccezioni e deviazioni verso un più marcato impressionismo o verso sperimentazioni artistiche di riconosciuto successo. Oltre alle arti figurative e letterarie anche la musica ha attinto linfa dal suolo e dal mare elbano: basti pensare al campese Giuseppe Pietri che è considerato il padre indiscusso dell’operetta italiana. Ancora oggi numerosi musicisti trovano sull’isola l’ambiente ideale per la composizione, sia per le suggestioni che sa fornire all’estro creativo, sia per la pace che offre alla meditazione e alla stesura.
Territorio
Il territorio di Portoferraio offre ambienti ecologicamente diversi e suggestivi, grazie al suo sviluppo costiero e orografico molto complesso e ad una ricca varietà geologica. La macchia mediterranea è, come nel resto dell’isola, l’ambiente predominante che lascia spazio, lungo tutta la costa, alla gariga e alle due importanti zone umide di San Giovanni e Le Prade. La macchia è caratterizzata da una vegetazione per lo più arbustiva, cresciuta sui resti dell’originaria foresta del leccio: il lentisco, l’alaterno, la fillirea, il mirto e l’erica scoparia sono gli arbusti più diffusi. Tra le piante ad alto fusto si trovano il corbezzolo, l’orniello e lo stesso leccio, per lo più ceduo.

Dal punto di vista faunistico l’interesse maggiore è rivestito dall’ampia e varia presenza di volatili, sia stanziali sia migratori. L’Isola d’Elba si trova, infatti, in posizione strategica lungo la direttrice che unisce l’Africa all’Europa centro-settentrionale, offrendo il primo luogo di sosta dopo la traversata del Mediterraneo. Tra le specie che raccolgono il maggiore interesse di ornitologi e appassionati birdwatcher troviamo il picchio muraiolo, il gruccione, la berta (maggiore e minore), e i molti rapaci, dal piccolo gheppio, al falco pellegrino, alla poiana, piuttosto comuni, fino a specie più rare come il nibbio bruno, e il gabbiano corso, simbolo, tra l’altro, del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Economia
Portoferraio ha conosciuto un periodo economicamente stabile grazie allo sfruttamento delle miniere di ferro, come tutta l’isola in generale. Le risorse minerarie dell’isola hanno da sempre costituito un forte richiamo. Quando intorno agli anni Settanta l’industria del ferro è entrata in crisi le miniere di ferro vennero progressivamente smantellate. Portoferraio riuscì a riciclarsi nell’industria del turismo grazie, soprattutto, alla bellezza delle sue spiagge. Il turismo rappresenta ancora oggi la principale fonte di ricchezza.
Enogastronomia
La cucina elbana è un forziere di sapori per i palati decisi. È basata su piatti semplici ma molto saporiti, in cui dominano accostamenti fra pesce e verdure. I piatti principali sono: lo stoccafisso alla riese (un piatto con acciughe sottosale, verdure di stagione, olive nere, pinoli, capperi e peperoncino), la sburrita di baccalà, gli zeri ammarinati (zeri marinati), il gurguglione (altra specialità a base di verdure), con riso al nero di seppia, il polpo lesso e la schiaccia briaca (una focaccia dolce con pinoli, uva passa e vino Aleatico). L’Elba ha un’antichissima tradizione millenaria nella produzione di vini e sono ben sei i vini dell’isola che si fregiano del marchio “Denominazione di origine controllata”: l’Elba Bianco, l’Elba Rosso, il Rosato, l’Ansonica, il Moscato e l’Aleatico. A dimostrazione delle antiche coltivazioni sono i relitti ancora carichi di anfore vinarie. Un altro prodotto tipico elbano è il miele, reperibile nei gusti più vari, dal rosmarino all’eucalipto, dal corbezzolo all’erica e al cardo, ognuno con un profumo dell’isola e dei fiori della macchia mediterranea. L’olio elbano si differenzia dalla tradizione toscana dal gusto deciso per il tipico aroma profumato del mondo insulare. I prodotti autunnali dell’Elba sono il vino, le castagne ma anche i funghi che abbondano in diverse zone dell’isola. Nei boschi di lecci sono presenti oltre 200 specie di funghi, tra cui prevalgono il porcino e l’ovulo.

Portoferraio è il maggior scalo traghetti dell’Isola d’Elba e viene servito da quattro compagnie marittime. Per conoscere tutti gli orari di partenza dei traghetti per e da Portoferraio è possibile consultare il servizio on line Traghetti in tempo reale.